Novità Poesia: Monica Palma - Lady Enne Enne
![]() Lady Enne Enne
|
|
autori: | Monica Palma |
formato: | Libro |
prezzo: | |
vai alla scheda » |
[...] con Monica non si può mai essere certi. Le sue trovate, i suoi collegamenti, le sue intuizioni, le sue poesie sono sempre catene a reazione, si rigenerano per conto loro, come l’amore di una non-amata che scrive un libro di non-amore. Perché? Perché appunto, l’amore si rigenera da sé. La fa da padrone. Può investire il corpo di una persona, i versi di un poema, una mousse di cioccolato, l’aria che respiriamo... insomma, è sempre lui che abita questo o quello, non siamo noi.
[...] Molti, molti versi e testi hanno una loro bellezza di suono e d’immagine che non ha alcun bisogno di essere interpretata. Volano per conto proprio fluidi ed eleganti.
[...] Meravigliosi giochi di parole sono sparsi un po’ dappertutto, per evidenziarne il senso (le sue difficoltà e contraddizioni), e farci sorridere – come se l’autrice ci facesse l’occhiolino, regalandoci una leggerezza in volo.
[...] lascio proseguire voi tra le poesie di Monica Palma, la loro aspirazione all’assoluto, a toccare il cielo con un dito, a essere gioia, a poter amare tutto, ma proprio tutto e in continuazione sempre, del mondo e della vita.
dalla prefazione di Giulia Niccolai
Mirò alla precisione
cambiando la consognante
e mai parola fu più soddisfatta
e funzionante
di quella pensata in un modo
e condivisa in un altro.
Via Amoris n 1
Tue erano le mie vesti
tue erano le membra dell’anima.
Tuo era tutto
e così io sempre mendicherò
il trapasso dell’amore:
uomini equilibristi
alle pulizie delle vetrate americane
occhi trasparenti.
Tua era la forza di sognare mia
e tuo era il mio furore
tutto ti rendo
così tutto a me torna.
Così si ricompone
la forma
dell’amore
del mio cuore:
così fra
le coperte e i cuscini
del mio muscolo
resta la posta per la noce
nocciola divinata
di risveglio
agata risvegliata.
Via Amoris n 4
Ti risvegli non intero a capriola
ma hai gusto di colmare
Olmo divino
tuono pungente
Voglio la lingua tua imparare coi suoni
liquidi del bacio in mare.
E così imparai la lingua del futuro
lunga lingua rossa di lupo
con elastico alla nuca
per fissarsi
al detto umano.
C’era da inchinarsi per
raccoglierne la punta
e da ben
intingere gli equilibri
al peso
a tenerla tutta in
bocca.
Era una litania baciarla
e un breviario impararla tutta
la lingua del lupo buono
del lupo mamma
mammamaschionuovo.
A mio Padre
Quando Cenerentola cercò la scarpetta
nella casa del padre
Cappuccetto Rosso rimandò la pioggia
di un anno
Biancaneve infilò le manopole
alle unghie infreddolite
allora il grumo di quel parlar lontano,
attraversò i secoli della gerarchia
e delle origini
e cominciò a rotolare nel senso di ogni parola:
Si diventò grandi
con speranza
con comodità
ardita soletudine.
Elezione
A festa del digiuno
ti ho portata
libellula imperiale
il grembo
attende le mani
accostate al vuoto
la fronte luccica di olio specchio
nutriamo assiemate
strette e larghe,
la giornata
del vuoto fatto insieme
per più non incarnare
a battito di sacrificio
ma tornare andare a essere
eleganti vegetali
di suono e profilo
che loro sì,
hanno radici.
La concuordata
Cosa fanno le ultime
gocce alle gocce?
Le gocce lente
in ritardo alla pioggia furiosa?
Quelle ultime gocce lente
al canale di foglia
fanno questo
percorrono fra me e loro
la verticale verde.
Per Leonella
Si è a fatta perdonare
la mia poesia
dalle piccole pecore
dai pidocchi
himalayani
e da quel lenzuolo
di leonessa sottile
che attraversa i mondi
alla velocità dolce
di una culla di suono?
La neve nasconde l’orma
alla parola, cuce l’attesa
e i passi cauti,
candidamente saggi
del custodire giorno a nuovo
appuntamento.